Le origini di Sassoferrato negli scavi archeologici di Sentinum
Sassoferrato nasce secoli fa sulle macerie della città romana di Sentinum, oggi visitabile nel parco archeologico che ne preserva le antiche rovine.
Sentinum, a sua volta, venne fondata dai Romani probabilmente sugli insediamenti lasciati dal popolo degli Umbri, sconfitti nella “Battaglia delle Nazioni” che si svolse proprio nel territorio di Sassoferrato nel 295 a.C. La battaglia fu di cruciale importanza per lo sviluppo successivo della civiltà romana poiché, affrontando la coalizione guidata dai Galli Senoni, i Romani avrebbero potuto conquistare i territori che li separavano dal mare Adriatico.
ANTEFATTI
All’epoca nella nostra zona convergevano tutte le strade provenienti dall’Umbria e che attraversavano la Gallia Senonia verso il mare. I Galli controllavano militarmente tutti i valichi appennini, in modo da costringere eventuali aggressori a dare battaglia nei pressi di alcuni insediamenti che poi divennero Sentinum. Con l’espansione dei Romani, durante la Terza Guerra Sannitica (298 – 290 a.C.) si formò una coalizione di popoli composta da Sanniti, Galli, Etruschi, Sabini, Lucani e Umbri, pronti a respingere le truppe romane. Nel territorio di Sentino i Romani poterono contare solo sull’appoggio dei Piceni.
LA BATTAGLIA
Lo scontro fu cruento e più volte in bilico, nonostante la probabile inferiorità numerica della coalizione romana e il vantaggio sul territorio e dell’equipaggiamento, soprattutto dei Sanniti. Gli Umbri, insieme agli Etruschi, avrebbero attaccato gli accampamenti, mentre Galli e Sanniti avrebbero affrontato i Romani sul campo. Ma a poche ore dallo scontro la diplomazia romana ottenne l’abbandono del campo di battaglia da parte degli Etruschi. All’indomani i Sanniti si schierarono sull’ala sinistra, i Galli a destra, mentre i Romani disponevano di quattro legioni. Quinto Fabio Massimo Rulliano guidava la prima e la terza legione, mentre Decio Mure era alla testa della quinta e sesta legione. Fu quest’ultimo, dal carattere più irruento, che scagliò la cavalleria contro le fanterie nemiche, ma fu sorpreso dai carri trainati dai cavalli sanniti, che ruppero le linee romane e dispersero anche la fanteria romana. Accusato il colpo, per rincuorare i propri soldati invocò il rito della “devotio”. Leggiamo dalle stesse parole dello storico d’epoca Livio:
Si consacrò in voto recitando la stessa preghiera, indossando lo stesso abbigliamento con cui presso il fiume Veseri si era consacrato il padre Publio Decio durante la guerra contro i Latini, e avendo aggiunto alla formula di rito la propria intenzione di gettare di fronte a sé la paura, la fuga, il massacro, il sangue, il risentimento degli dei celesti e di quelli infernali, e quella di funestare con imprecazioni di morte le insegne, le armi e le difese dei nemici, e aggiungendo ancora che lo stesso luogo avrebbe unito la sua rovina e quella di Galli e Sanniti – lanciate dunque tutte queste maledizioni sulla propria persona e sui nemici, spronò il cavallo là dove vedeva che le schiere dei Galli erano più compatte, e trovò la morte offrendo il proprio corpo alle frecce nemiche (Livio, Ab Urbe condita libri, IX, 28).
Funzionò. Le truppe romane si riorganizzarono e respinsero l’attacco nemico. A quel punto Quinto Fabio Massimo Rulliano ordinò alla cavalleria di attaccare ai fianchi lo schieramento nemico e alla fanteria di avanzare. I Galli rimasero compatti, mentre i Sanniti andarono in rotta e furono sterminati nel loro accampamento. A quel punto la cavalleria romana circondò l’esercito dei Galli che vennero facilmente sconfitti anche grazie alla ormai raggiunta superiorità numerica.
Con questa battaglia Roma stabilì in maniera definitiva la propria superiorità militare rispetto alle altre civiltà che all’epoca occupavano la penisola e che, fino ad allora, sembravano tutte equivalersi. Nei decenni successivi, i Romani conquistarono metà dei territori appartenuti ai Galli Senoni espandendo la Repubblica lungo il litorale adriatico.
Il PARCO ARCHEOLOGICO
Dopo la battaglia i Romani cominciarono ad edificare la città di Sentinum, che venne successivamente ampliata ed abbellita attorno al 90 a.C. e rimase in attività fino alla fine del IV sec. d.C., quando vi si insediò la tribù Lemonia. Seguì così il destino comune a molti insediamenti romani, subirono cioè depredazioni e le bellissime opere vennero rilavorate o addirittura ridotte in calce per edificare chiese e nuove abitazioni. Gli scavi archeologici furono molti e discontinui nel corso dei secoli, e soltanto nel corso del 1800, quando si lavorò alla vicina linea ferroviaria, cominciarono ad eseguirsi degli studi e degli scavi sulla città in maniera scientifica. Nel 1922 venne rinvenuto un mosaico raffigurante mostri marini, oggi esposto al Museo Archeologico Nazionale di Ancona. Precedentemente venne rinvenuto un mosaico raffigurante Aion, l’eternità del tempo, perfettamente conservato. Oggi è esposto a Monaco di Baviera, mentre nel museo archeologico di Sassoferrato è possibile vederne una riproduzione, insieme al mosaico originale del ratto di Europa. Gli scavi proseguirono poi negli anni cinquanta, quando venne individuata una parte della strada romana, alcuni edifici pubblici e privati e una parte delle mura. Nei pressi della chiesetta medievale di S. Lucia venne individuata una villa suburbana. Si riprese a scavare poi soltanto nel 1974 e, successivamente, tra il 2002 e il 2008.
La città venne costruita seguendo il tipico schema romano a reticolato, con un cardo e un decumano massimo che si incrociano all’altezza del foro, con numerose strade minori perpendicolari e parallele. Oggi sono ben conservati il pavimento lastricato e i marciapiedi, nonché alcuni condotti del sistema fognario. Lungo il cardo è possibile osservare un impianto termale risalente al III secolo d.C. costituito da una piscina centrale, il calidarium e il frigidarium e un peristilio, con un’aula decorata a marmi policromi. Un altro edificio termale extraurbano databile I secolo d.C. è stato rinvenuto appena fuori le mura, dove sono presenti anche il tepidarium e l’apodyterium.
Esiste anche un’ area dell’antica città comprendente alcuni edifici e una fucina per la lavorazione del bronzo, nei pressi della quale sono stati ritrovati alcuni resti del forno di fusione e scarti di lavorazione.
Percorrendo il decumano nei pressi dell’attuale strada provinciale è stato rinvenuto un complesso di diversi fabbricati costruiti nelle vicinanze di un pozzo antico. Questo complesso è stato denominato “insula del pozzo” e al suo interno si trovano altri pavimenti in mosaico e dei resti di un atrio con colonne, disposte intorno a una vasca.
Nei pressi della chiesetta medievale di S. Lucia, dicevamo, sono visibili i resti di una villa suburbana di età imperiale, la cui costruzione risale tra il I e il II sec. d.C. dove sono emersi degli ambienti termali, stanze con pavimenti a mosaico, un peristilio e l’atrium. Fuori dalla città è emerso anche un grande edificio pubblico adibito a terme le cui dimensioni originali dovevano essere di circa 7.000 mq dove al suo interno vi erano una palestra con spogliatoio, un colonnato e dei pavimenti di vario tipo, sia a mosaico che marmorei o a lisca di pesce.
La visita agli scavi archeologici di Sentinum è emozionante per ogni tipo di turista: famiglie con bambini, scolaresche, esperti e meno esperti del settore. I veri appassionati di storia antica potranno approfondire ulteriormente visitando il relativo museo archeologico di Sassoferrato. La visita a Sentinum si inserisce, inoltre, in un percorso più ampio che include altre visite archeologiche a pochi km da Sassoferrato, come le antiche rovine di Suasa e il museo dei Bronzi dorati di Pergola.
Sentinum emerge maestosa e “reale” sotto i propri piedi, non come una semplice visita guidata ma uno spunto di riflessione per ogni visitatore. La “Battaglia delle Nazioni” ha, infatti, influenzato il corso della storia e messo le basi della nostra attuale società. Cosa sarebbe della nostra civiltà se i Romani non si fossero affermati come la più grande potenza militare, economica e sociale dell’antichità? Senza l’uso del latino, che lingua parleremo oggi? E come sarebbe il nostro ordinamento giuridico senza l’esperienza del diritto romano?
Venite a vedere con i vostri occhi la grandezza delle nostri origini.
Venite a respirare il momento in cui la storia è cambiata per sempre.
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