La città romana di Suasa

Suasa, città fulcro del primo territorio romano ad affacciarsi sul mare Adriatico 

La città romana di Suasa viene fondata a seguito della vittoria dei Romani nella “Battaglia delle Nazioni” , svoltasi nei pressi della attuale Sassoferrato, nel 295 a.C. Il territorio della Val Cesano fu quindi sottratto ai Senoni e assegnato ai coloni romani con lo scopo di farne un centro amministrativo a ridosso della Sena Gallica, primo territorio romano ad affacciarsi sul Mare Adriatico. 

La sua collocazione storica sembra provata anche dal fatto che essa sorga alla destra del fiume Cesano e che sia quindi antecedente all’affermarsi della via Flaminia come strada principale della zona. Tra il I sec. a. C. e il II sec. d.C. conobbe il suo massimo splendore, quando divenne Municipium e venne costruito sia il foro dedicato  ai commerci che il teatro per gli spettacoli.  Cominciò il suo lento declino a partire dalla seconda metà del III sec. d.C. fino all’abbandono totale, che si ipotizza sia avvenuto verso il 500, d.C. a causa della crisi economica e sociale che portò la guerra greco-gotica. Le rovine furono quindi utilizzate come rifugio per viandanti o come cave di prestito per nuove costruzioni, finché non venne completamente seppellita. 

 

Mosaici e scene marine nella Domus di Suasa 

Il parco archeologico oggi visitabile è una tappa di assoluto interesse per gli appassionati di storia antica e di archeologia e si trova a soli 30 minuti da Sassoferrato. La visita guidata ha inizio entrando nella domus dei Coiedii, nei pressi della biglietteria. Residenza di una famiglia di rango senatoriale, si tratta di una villa di dimensioni  105×34 metri, all’interno della quale si trovano meravigliosi mosaici come Medusa e scene marine, molto ben conservati. Venne ampliata e modificata diverse volte negli anni col cambiare delle esigenze abitative. Sono ben visibili le terme e un ampio giardino, inoltre sono presenti il cortile con il relativo porticato. 

Scavi archeologici hanno stabilito che l’edificio venne costruito in un’area ove in età repubblicana sorgevano diverse piccole abitazioni, che vennero rase al suolo e nascoste dai pavimenti della domus. Oggi è ancora facile individuarne la costruzione originale, che segue lo schema di casa romana in epoca tardo repubblicana, quindi troviamo il corridoio di accesso, l’atrio, il tablino e il giardino. Sono presenti anche una bottega e una piccola camera da letto, probabilmente destinata al custode della casa. Nella sezione opposta all’ingresso si trovano invece le camere da letto dei proprietari. Nel corso del II sec. D.C. vennero fatti lavori di ampliamento verso sud e verso est che definirono l’attuale abitazione dei Coiedii, tutta incentrata sull’atrio, costruito dove precedentemente vi era il giardino. Intorno venne costruito il settore di rappresentanza, costituito da grandi stanze decorate con gli splendidi mosaici di cui sopra e con pitture a parete. Quindi fu poi costruito il quartiere termale con piscina e un nuovo giardino porticato. Altri lavori si susseguirono durante il III secolo D.C. dopodiché la crisi economica divenne più acuta e i fasti della domus cominciarono ad andare in rovina, come la piscina che venne riempita di detriti, o i mosaici che vennero riparati con colate di volgare malta e rattoppi posticci. 

 

Il foro 

Terminata la visita alla domus, si prosegue verso il foro, costituito da una grande piazza centrale e il cui accesso in origine era un ingresso monumentalizzato, grandi gradinate che lo congiungevano dalla strada. La piazza forense si presentava come uno spazio completamente chiuso e non visibile dall’esterno, con dei portici lungo 3 lati e un lungo muro sul lato orientale. Non si esclude che l’accesso era possibile anche da altri punti, probabilmente lungo la strada che correva attorno all’edificio. Fu realizzato agli inizi del I secolo D.C. dopo aver effettuato grandi lavori di rialzo artificiale del terreno e probabilmente rimase integro fino all’abbandono della città. Era un’area interamente dedicata al commercio ove intorno sorgevano vere e proprie botteghe artigianali. Sappiamo che nelle città romane il foro veniva anche adibito a funzioni religiose e civili, ma non si hanno tracce sicure di tempi per il culto o di basiliche (che in epoca romana erano edifici civili). 

 

L’anfiteatro, uno dei più grandi delle Marche 

La visita al parco archeologico si conclude con l’accesso al suggestivo anfiteatro. Venne costruito nei pressi delle colline che ad oriente cingevano la città, comunque vicino al foro e alla domus dei Coiedii. Le sue dimensioni lo rendono uno dei più grandi anfiteatri delle Marche, infatti i due assi misurano rispettivamente 98,7 e 77,2 metri. La sua forma è ellittica ed è rimasto sempre visibile, anche quando la città venne interrata. Prevede ben otto accessi, in origine coperti da volte, alcuni di essi conducono all’arena e altri alle gradinate, la cui parte maggiore si appoggia sul pendio collinare. Si sono ben conservate le scalette a gradini lapidei e il primo giro di gradinate. E’ databile attorno al I sec. D.C. e poteva ospitare tra i 7.000 e i 10.000 spettatori. Venne gradualmente abbandonato già dal III sec. D.C. Oggi viene saltuariamente utilizzato per eventi a carattere culturale. 

 

La testa di Augusto al Museo Civico 

Consigliamo di visitare anche il Museo Civico Archeologico della Città di Suasa, presso Castelleone di Suasa, ove è ben conservata una testa di Augusto, oltre a importanti parti di affreschi e manufatti. Non da meno è il Museo Archeologico del Territorio di Suasa, presso S. Lorenzo in Campo, ove viene illustrata l’evoluzione degli insediamenti umani nella valle del Cesano. Infine, meritano di essere visitati anche i Bronzi dorati di Cartoceto, esposti nel museo dedicato loro presso la città di Pergola. 

 

Informazioni: 

www. progettosuasa.it 
www.consorziosuasa.it 
071 9665524 

 

Photo credit: 

www.minniti.info 

@Suasa 

www.marchedarte.it 

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